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La storia

La storia


Centro agricolo della pianura vercellese, Villata e' situato a breve distanza dalla riva sinistra del fiume Sesia. Gli abitanti, la cui denominazione e' Villatesi, sono circa 1660 e la superficie territoriale e' di 14,37 Kmq.
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Le origini di Villata sono antecedenti il XIII secolo se gia' nel 1225 si ha notizia di una Villanuova Casalegualonis, quindi di un aggregato di Casalvolone. La sua formazione e' da attribuirsi al fatto che alcuni abitanti appartenenti al borgo dei "Casalgualone", stanchi delle continue scorrerie a cui erano soggetti per via della contesa di quel territorio tra Vercelli e Novara, avessero deciso di trasferirsi in una sede piu' tranquilla. In seguito il nuovo borgo prende il nome di Villata de Casalgualono (1315) e solo piu' tardi Villata.

Nella seconda meta' del XIII secolo, per il progressivo aumento della popolazione, venne istituita la parrocchia di San Barnaba . Con l'erezione di Casalvolone a borgo franco (1223), i Casalgualone di Casalvolone, insieme ai Buronzo, altro ramo della stessa famiglia e proprietari in Villata, sottraggono le terre all' incolto per accrescere i loro poteri giurisdizionali ed esigere le decime ed assumono l'appellativo di "de la Villata". Inizia probabilmente la costruzione del castello, di cui ha notizia in un documento del 1404, che proseguira' nel corso del XV secolo.

Fin dal 1335, e pur con alterne vicende, Villata veniva riconosciuta tra le localita' del vercellese appartenenti allo Stato Visconteo anche se politicamente la signoria restava alla famiglia degli Avogadro. Nel 1427 quando Vercelli, con il suo territorio e i suoi castelli, viene ceduta da Filippo Maria Visconti ad Amedeo VIII di Savoia, Villata resta esclusa dalla cessione e continua ad appartenere al Ducato di Milano ed e' formalmente riconosciuta come comune autonomo.

Verso la meta' del XVI secolo la signoria su Villata si consolida nelle mani dei Ferrero Fieschi, principi di Masserano , e a loro restera' fino al luglio del 1694 quando il feudo di Villata, cosi' come quello di Casalvolone, viene venduto al giureconsulto avvocato Giovanni Battista Gibellini di Novara che ne manterra' i diritti fino alla abolizione dei privilegi feudali.

Sotto il governo francese Villata perde la propria autonomia e, per pochi anni e' nuovamente aggregato al comune di Casalvolone. Con la restaurazione del 1814 ritorna infine comune autonomo della giudicatura di Borgo Vercelli.